Prendi la mia mano, tu
che non hai nome
se non amore
o stella, luna
e a volte anche lacrima e dolore.
Prendi la mia mano,
stringila fra le tue,
mani di velluto o seta
che hanno raccolto
più di mille lacrime,
ad ogni mattino
e ad ogni sera.
La fine
è tra i petali
di un fiore viola, appassito.
Amami ancora un po’,
solo per poco,
e poi riamami ancora,
solo per poco,
e poi ancora.
Amami ancora
tra un sogno stupito
e un’alba dipinta di giallo.
Amami adesso
e sussurrami di nuovo:
per sempre.
Prova a dirlo, prova a dirlo.
Rimane negli occhi
una scheggia di malinconia.
Un sapore sulle labbra
come il mare sulla sabbia.
(da “Come un baco da seta”, di Davide Angelo Salvatore)
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