Poesie

FIORIRE

Piega la sera la mia voce
a non più esalar note
quando maliziosa m'insinua
un petalo di luna fra le ciglia socchiuse,
tale che alla flebile luce appare,
come figlia della pallida e del mare,
una diafana rara perla
nell'intimo di una conchiglia.

E lì sospesa, in attesa dell'ora,
sfavilla, indugia e oscilla,
tremante stilla che invoca
un altro palpito di ciglia,
per scivolare sulla mia gota
che la condurrà infine sposa
della mia voce schiusa alla vita,
e al tuo nome devota, mia amata.

- da "Come un baco da seta", di Davide Angelo Salvatore -

SUSSURRI DELL'INQUIETUDINE

Luna piena, illumina un cielo di sogni,
stelle dal luccichio di lacrime
invadono i miei occhi.
Sensazioni che sanno di nulla
e sospiri abbandonati controvento
in un pensiero che fa rabbrividire;
non c’è suono lontano,
solo questo vento, caldo,
che sfiori con la mano.
 
Questa è una promessa
sbocciata in follia dell’amore,
sono dolci parole sussurrate
che fanno tremare,
ascoltale piangere,
lì dove sei, immobile,
distesa in un sogno
fragile di seta.
 
Guardami, il mio volto è bianco,
di sogni e speranze dipinto
che non ha mai vissuto,
sono rinato di nuovo
e sono ancora morto.
Spegni la luce, piano,
osserva i miei occhi al buio,
nell’ombra di un sorriso
luccicano d’amore
spaventati,
nell’illusione.
Sognami, solo stanotte,
travolto di luce,
tenera quiete.
Mi fa tremare
la dolcezza di quegli occhi
che versano lacrime stupite
nel mattino
e alla notte
prima di volare,
che è mare,
è porpora, sangue
sulle nostre due stelle,
sul desiderio ucciso:
l’inquietudine.
Il tuo sorriso:
un velo impazzito
stuprato dal vento.
Il sogno s’appresta a svanire,
guardami, è più dolce morire.
No, non piangerò, non piangerò.
Non piangerò.

- da "Come un baco da seta", di Davide Angelo Salvatore -
LIEVE

La sua mano,
così bianca e fredda,
non l’ho mai sentita
accarezzare il mio corpo
con tanta dolcezza.
Partoriva fremiti
sulla mia pelle calda
e conduceva i miei gemiti
nel sollievo dell’estasi.
 
I suoi occhi, lucidi,
a fissare i miei, immobili.
Sul suo sguardo si dipinge
il sorriso dell’amore.
Rimane dolce, incantata,
a guardare il suo sole,
mentre si muove,
ondeggia,
riversa su di me i suoi capelli
come nei miei sogni più belli.
 
Mi scivola addosso: è seta.
 
Danza, quel corpo fragile
che assorbe i miei battiti.
Rinnega la vita
per donarsi, corpo ed anima,
all’eterno morire dell’amore
che ci annulla come fossimo: niente.
 
Un fiore.
 
Danzi, e sei un petalo bianco
sospinto dal vento.
 
Lieve,
nei miei lenti sospiri,
sorridendo,
ti ammiri.
 
Se il mio cuore non ti contiene:
immensa, e troppo, di vita e luce.
Distruggi il buio che mi nasconde.
 
Bevi dentro me,
e il mio sogno vivrà
della tua illusione.
 
Le tue labbra,
velluto che si tinge di porpora e di cuore,
mi sfiorano
e si schiudono
invocando il mio nome.
 
Da nido a nido
mi voli nel pensiero:
angelo quieto
che accogli e asciughi
il mio pianto,
e mi doni,
amando,
il tuo malinconico canto.

- da "Come un baco da seta", di Davide Angelo Salvatore -
COME IL MARE SULLA SABBIA

Prendi la mia mano, tu
che non hai nome
se non amore
o stella, luna
e a volte anche lacrima e dolore.
Prendi la mia mano,
stringila fra le tue,
mani di velluto o seta
che hanno raccolto
più di mille lacrime,
ad ogni mattino
e ad ogni sera.
La fine
è tra i petali
di un fiore viola, appassito.
Amami ancora un po’,
solo per poco,
e poi riamami ancora,
solo per poco,
e poi ancora.
Amami ancora
tra un sogno stupito
e un’alba dipinta di giallo.
Amami adesso
e sussurrami di nuovo:
per sempre.
Prova a dirlo, prova a dirlo.
Rimane negli occhi
una scheggia di malinconia.
Un sapore sulle labbra
come il mare sulla sabbia.

- da "Come un baco da seta", di Davide Angelo Salvatore -
MALINCONIA

Pioggia di foglie d'autunno:
rivestono i miei silenzi di cupe armonie;
volteggiano e ridestano i miei pensieri assopiti,
danzano con loro melanconiche melodie.

In quel languore che si espande,
d'un tratto, prende forma la mia illusione:
miraggio sfumato impregnato di colore
che vibra riflesso negli occhi del mio stupore.

E' qui la vita, non altrove!
In questo cielo silenzioso
che sovrasta il mio sentire,
che accarezza i miei giorni e li lascia morire.

Qui rimane, senza posa,
quella fiaba deliziosa che narrava
dentro un canto del mistero del rimpianto
che sconvolge i sogni miei, ora che piango...

E mi chiedo se ancora si può amare
quando anche gli alberi piangono
e questi occhi che stillavano sensazioni
non restano altro che freddi giacigli
dove un tempo risiedeva l'emozione.

- da "Come un baco da seta",  di Davide Angelo Salvatore -

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